martedì 30 ottobre 2012

Un silenzio felice


Non scrivo da più di un mese.

Dal 1 Ottobre sono senza lavoro, tecnicamente “in mobilità”: erano diversi mesi che sapevo che sarebbe andata a finire così per cui ho potuto elaborare rabbia, tristezza, sconforto, disappunto, noia, ansia e quando sono uscita dall'ufficio per l’ultima volta,  ero pronta a gestire questo tempo che mi è stato regalato.


Sì, in fondo sono felice e sono grata per questa pausa non voluta e subita: è la prima volta che ho la possibilità di godere coscientemente del tempo per fare ciò che amo, le giornate sono dense di impegni, cose da fare, persone da vedere. Di contro il blog ne risente, questa libertà mi ha zittito, non ho al momento argomenti che mi stiano così a cuore da dover fermarmi e scriverne.
A presto!

mercoledì 26 settembre 2012

Romani: mettete le bici nei vostri cortili!

In rete circola una petizione per modificare i regolamenti condominiali dei palazzi di Roma al fine di autorizzare il parcheggio nei cortili comuni delle biciclette.
Siccome mi sembra una richiesta molto sensata, in particolare per una città stritolata dal traffico, vi invito a leggere l'articolo che ne parla sul fattoquotidiano.it, eccolo:

Mettete le bici nei vostri cortili - Fabio Ciconte - Il Fatto Quotidiano

Pur avendo sempre abitato in condominio, ho spesso trovato incomprensibili alcune delle regole, in particolare quelle relative al decoro. Comprendo tutto ciò che serve a regolamentare l'uso delle parti comuni in modo che non ci sia qualcuno che ne tragga vantaggio a scapito di altri, ma impedire il gioco dei bambini, lo stazionamento di persone (ricordate le signore che prendevano il fresco negli androni d'estate? Che per di più controllavano anche che i bambini non facessero troppo schiamazzo) o il parcheggio di biciclette, quando fuori dai nostri "complessi residenziali" abbiamo cumuli di spazzatura, automobili in sosta selvaggia e parchi lasciati all'incuria, mi sembra davvero inaccettabile.  
Detto questo, leggete, riflettete e firmate, anche se non vivete a Roma.
Solidarietà = power to the people (che deriva populista... povera me).  

sabato 22 settembre 2012

DEL MANGIAR CARNE

(domenica mattina, h 6:50)

Amo svegliarmi presto, credo che l’ora tra le 6 e le 7 sia la migliore della mia giornata: la tangenziale e il mio compagno dormono ancora, la micia è impegnata nelle sue segrete attività feline e io mi godo il cielo dell’alba, la solitudine e alle volte un buon caffè caldo. Inoltre il mio cervello vive il suo momento più lucido e infatti stamane, pur essendo domenica, ho sentito il bisogno impellente di alzarmi dal letto e venire a scrivere questo post.
Il fatto è che ieri ho fatto un giro in una libreria del centro e come ogni volta che non trovo nulla di interessante da acquistare, ho preso il libro di Jonathan Safran Foer sul vegetarianesimo e mi sono diretta verso la cassa. Nel tragitto, come sempre, mi sono fermata a leggerne poche righe a caso, dopodiché l’ho riportato diligentemente al suo scaffale.

Non ho più l’età per leggere di allevamenti intensivi, mattatoi e crudeltà varie.

D’altro canto non mi serve sapere granché (e Safran Foer mi è anche antipatico, ho contribuito al suo patrimonio comprando i suoi due romanzi per cui la mia parte l’ha già avuta) perché sono figlia di un uomo che,  anche se figlio di contadini, fuggiva sempre se c’era da tirare il collo ad un pollo (e d’estate, quando si andava in vacanza in Abruzzo negli anni ‘80, queste scene si vedevano), sono sorella di una vegetariana convintissima (almeno fino alla sua prima gravidanza, poi si sa come va a finire) che aveva la foto di una bella testa di vitello scarnificata appesa in camera, tanto per ricordarci da dove viene il nostro Giga-burger succulento.

Insomma, nella famiglia di origine di Cicciaciclista sensibilità al tema c’è sempre stata e devo anche riconoscere che molta della carne proveniva veramente dalla campagna (viste le origini della genia).


Tutto questo preambolo per dire che: non sono vegetariana, non mangio coniglio perché mi ricorda il gatto (e poi, hai visto mai), non mangio il tacchino perché non mi piace, del pollo mangio solo il petto, il bovino mi inizia a risultare difficile da ingoiare, vitellini e maialini non li mangio perché sono cuccioli (del resto anni fa, ci hanno convinto che non si poteva più mangiare bambini, quindi perché dovrei accanirmi sui piccoli di altre specie?) però del maiale adulto mi mangio (quasi) tutto. Povero!

E se siete come me, cioè vi terreste il maialino Babe in casa ma quando vedete la porchetta non ragionate più, vi prego di ricordare sempre, sempre e sempre che gli allevamenti intensivi sono insostenibili sia perché crudeli verso altre specie, sia perché nocivi per il benessere del pianeta e di noi tutti (non sto a mettervi link, ma se fate un giro un google troverete montagne di documentazione in questo senso, oppure vi comprate “Eating Animals” di Safran Foer e date anche voi il vostro contributo alle sue finanze, mica solo io!) e quindi informatevi se ci sono piccoli allevatori che lavorano correttamente sul vostro territorio che facciano vendita diretta o meglio, se c’è un Gruppo d’Acquisto Solidale dalle vostre parti pronto ad accogliervi; c’è sempre la morte di un essere vivente in ballo, ma sfido chiunque ad affermare che il pollo incellophanato nel supermercato sia meglio di quello di mia zia  che ha razzolato e beccato radici fino al suo accrescimento naturale e non è stato portato in mattatoio in camion per essere sacrificato per il nostro bene.
Nessun essere vivente può essere trattato come un oggetto di plastica, neanche un pomodoro, quindi rispettiamo il nostro corpo e il cibo di cui ci nutriamo e scegliamolo con cura.
Buona domenica!


P.s. Io non compro più carne (e pochissimo pesce) al supermercato, se sono proprio costretta la scelgo biologica. A dir la verità, tutti i miei acquisti in grande distribuzione si sono ridotti; se c'è qualcuno che si sente a disagio a fare la spesa al supermercato come è successo a me, sono qui per dritte e consigli.

lunedì 3 settembre 2012

Ci meritiamo #30elode - l'ultima da #Salvaiciclisti


http://www.change.org/30elode


Io ho letto e firmato perchè credo che una città in cui si possa camminare e pedalare senza pericoli sia un posto migliore per tutti.

Io ho letto e firmato perchè ho vissuto la perdita di persone care a causa di un'automobile che andava troppo veloce e ho visto le vite dei loro famigliari essere segnate per sempre.

Io ho letto e firmato perchè i tempi che stiamo vivendo ci mostrano che è importante rallentare.

In ogni caso, vi invito a leggere il testo della petizione di #Salvaiciclisti e trovare i vostri motivi.

Buona giornata

Ci meritiamo #30elode

mercoledì 29 agosto 2012

(DE) MOTIVAZIONE ESTIVA

Sono rientrata al Quartier Generale di Cicciaciclista domenica scorsa, dopo 2 settimane di vacanza in Abruzzo, appuntamento fisso per la mia famiglia (composta da me, il mio compagno e la gatta -  quest'ultima in realtà ha solo fissato la residenza da noi perchè lei alla sua indipendenza ci tiene, anzi ci considera personale di servizio - tanto per svelarvi aspetti della mia vita personale, spero di avervi fatto piacere) e croce e delizia per me: croce perchè andiamo a stare in una casa molto vecchia e chiusa per tutto il resto dell'anno, per cui non si sa mai in che stato la si ritroverà e delizia perchè in Abruzzo abbiamo molti affetti, intesi come persone e come posti.
Normalmente dopo queste due settimane di mare, riposo, vita semplice e serate di buona compagnia, buon bere e buon cibo, rientro a casa ricaricata e motivata per l'autunno. Quest'anno non è così, eppure la qualità delle vacanze è stata ottima.
Sarà che vivo una situazione professionale non felice, ma mi sento davvero demotivata e nemmeno esser tornata in sella alla mia amata bicicletta mi sta aiutando.
In particolare sono davvero sconcertata dalla situazione socio-politica di questo paese (in vacanza, come di consueto, ho letto molti quotidiani, sarà per questo?): le diatribe tra piduisti/zombie/webfascisti mi atterriscono e la categoria di generazioneperduta nel quale il premier mi ha infilato mi terrorizza. Non vedo molte speranze all'orizzonte e mi sembra che gli sforzi dei singoli cittadini siano davvero insufficienti per un cambio di passo.
Sì, ha ragione Monti Mario: mi sono perduta da molto e le speranze di ritrovarmi sono davvero poche, comunque io mi fermo un attimo e cerco di riprendere le forze, magari l'uscita la trovo.

Nel frattempo vi invito a visitare il blog di Amazzone Furiosa e rispondere al questionario sul cancro al seno:  http://amazzonefuriosa.blogspot.it/



(Questa "wedding bike" me/ve la regalo come simbolo di speranza)

martedì 28 agosto 2012

UN GATTO E' PER LA VITA - ANCORA IN CERCA DI CASA

I mici hanno trovato sistemazione. 

Antonella mi ha appena aggiornato sui mici:

- i gatti sono ancora in cerca di casa (anche se momentaneamente accuditi)
- il micio maschio sta diventando "più avvicinabile", tanto che i volontari che lo nutrono contano di riuscire a prenderlo per sterilizzarlo e poi ospitarlo temporaneamente in una colonia felina.  Ecco una sua nuova foto


Cosa aspettate a farvi avanti? Non è bellissimo?

Vi ricordo i contatti per le adozioni 


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Mi hanno segnalato che ci sono due mici orfani della loro padrona e bisognosi di trovare una casa (Milano e Hinterland Ovest), per tanto ricevo, pubblico e partecipo alla ricerca... un animale è un compagno perfetto e molto educativo se si hanno bambini. Inoltre un gatto è una presenza davvero facile, autonoma e poco impegnativa, particolarmente adatta a chi ha uno stile di vita dinamico e vive in appartamento(e quando ti guardano negli occhi, sono in grado di placare qualsiasi ansia, provare per credere).
Forza su, buttate il cuore oltre l'ostacolo e fate questo passo! 

La loro casa era la scuola di Cusago doveve venivano curati ed accuditi da
un'operatrice scolastica con la quale dormivano durante la notte, ma a
causa del trasferimento in altra città, ha dovuto abbandonare i mici...
Loro adesso "vivono" ancora nella scuola ma non c'è più nessuno a tenergli
compagnia, a coccolarli...

Sono un maschio (non castrato) ed una femmina (sterilizzata) di circa 1
anno, fratello e sorella.


MICIO TIMIDO

MICIA COCCOLA

La sorellina è dolce e coccolona, mentre il fratellino è più timoroso.

Quello nella foto dietro l'inferriata è il maschietto che alla vista delle
persone è andato a rifugiarsi nella cantina della scuola.

*PER INFO O ADOZIONI CONTATTARE DIRETTAMENTE: *


*PER FAVORE FATE GIRARE L'APPELLO NELLA SPERANZA CHE TROVINO PRESTO CASA!*

venerdì 10 agosto 2012

L'Amazzone Furiosa: Il nastro nero

Leggo e rilancio il post di Amazzone Furiosa. Io ci sto, e voi?

L'Amazzone Furiosa: Il nastro nero: Nero. Il colore del lutto. Il colore della morte. E` agosto, siamo tutti sotto l'ombrellone, chiappe nell'acqua o nasi all'insu` ad ammi...

mercoledì 1 agosto 2012

"ALTRISMO", TU MI FARAI USCIR DI SENNO!

Scrivo questo post perchè ho appena terminato di leggere Il casco, ovvero strategie di distrazione di massa di Bicisnob.
Io di "altrismo" non ne posso più!
Quotidianamente nel mio osservatorio privilegiato costituito dall'area pausa caffè del mio ufficio, assisto al costante  proporsi della dinamica "critica legittima - risposta ma anche voi" nei dialoghi impiegatizi (si sa, l'impiegato fa rivoluzioni e controrivoluzioni, smonta e rimonta il governo, la BCE, l'Unione Europea nello spazio di un caffè per poi ritornare rassegnato alla realtà immutata e per lui immutabile della sua scrivania). 
E' tanto difficile capire che finchè si risponde con il "ma anche voi" restiamo tutti prigionieri di questa società che ci genera tanto supposto patimento? Citiamo tutti Gandhi e Madre Teresa, ma se nessuno fa un gesto di cambiamento nella propria vita, nulla cambierà mai.
Siccome ogni volta che rifletto su queste cose mi va il sangue al cervello e le parole si accatastano sulla tastiera, sintetizzo il mio pensiero in merito alla circolazione urbana pubblicando questa foto
Kilkenny, Irlanda
 
Fermi lì! So già che qualcuno di voi sta pensando "sciocchina, ma quello lì sembra un motociclista", non mi importa, sono comunque 2 ruote e in ogni caso, il messaggio non muta: dobbiamo condividere gli spazi, sia che andiamo a piedi, che su due o "quattroruote".
Per farlo, io per prima devo rispettare chi incontro. Basterebbe questo a far funzionare le cose. Tutto il resto è utilissimo e benedetto accessorio(= il casco per ciclista). 

lunedì 16 luglio 2012

Perversione da marciapiede

Con l'apertura di questo blog, mi sono ripromessa di guardarmi in faccia e affrontare tutto di me, comprese le cose disdicevoli, per cui vi confesso che:

- d'estate compro (e leggo) Diva e Donna
- il motivo principale per cui mi piace andare in UK è che posso sfondarmi di Fish & Chips
- mi piace guardare Jersey Shore
- odio Michelangelo
- pedalo sui marciapiedi

Io bramo quei bei marciapiedi larghi con l'asfalto liscio liscio. Soprattutto,  mi piacciono quelli davanti alle scuole: adoro passarci alle 8:20 così da poter impunemente svicolare tra nonni, tate e bimbi, sbeffeggiandoli tutti col potente trillo del mio campanello in un'estasi futurista di sopraffazione dell'obsoleto mezzo di trasporto a scarpa. Ah! Pedone, scansati, io sono il nuovo che avanza, la ciclista pirata che nulla teme e ogni regola di buona educazione ha in spregio!

Scusate, avevo bisogno di sfogarmi. Tutte le volte, dico tutte le volte, che si parla dei pericoli del traffico cittadino con un non-ciclista mi becco un bel "ma i ciclisti sui marciapiedi?!".
Vero, c'è chi è maleducato e prepotente ma,  c'è anche chi vive attimi di terrore sulla strada e ogni tanto ha bisogno di stemperare l'adrenalina usando passaggi protetti.
Quando lo faccio io, cerco di essere il meno invadente possibile e, se necessario, scendo e spingo. Infine, chiedo scusa e ringrazio ogni volta che qualcuno mi cede il passo.
In ogni caso questa frequentazione di marciapiedi e passaggi pedonali apre gli occhi su quanto sia difficile la vita nelle città italiane per chi si muove su ruote non motorizzate (o altri strumenti che aiutano la mobilità). Oltre alle persone in sedia a rotelle, c'è chi utilizza vari strumenti di supporto alla deambulazione e ci sono anche i bambini in passeggino. Riuscite a immaginare che complicazione è per tutti questi pedoni trovare un marciapiede senza rampa di accesso? O peggio, la rampa occupata da una macchina in sosta? E quando al semaforo freniamo all'ultimo secondo e invadiamo le strisce pedonali? Le strisce pedonali sono solitamente disegnate in corrispondenza delle rampe o degli accessi agevolati ai marciapiedi, se con la macchina o il motorino le occupiamo, obblighiamo il pedone a deviare la traiettoria sua e dell'eventuale supporto che lo aiuta a spostarsi. Fatica doppia a causa di una scorrettezza altrui.
Tutto questo l'ho notato solo andando in bicicletta perchè è vero che si va più veloce, ma quando il passaggio si fa complicato anche io ho un handicap.
In conclusione, il messaggio che vorrei che passasse da questo mio post e che noi utenti deboli della strada non dobbiamo essere in competizione, ma rispettarci e collaborare perchè una città in cui io non sono costetta a fuggire impaurita dalla strada è sicuramente un posto dove si rispettano le persone e le regole e, di conseguenza,  più sicura per tutti.
#Salvaiciclisti salva anche te!







giovedì 12 luglio 2012

Quando la pubblicità è istigazione a delinquere – Paolo Pinzuti - Il Fatto Quotidiano

Quando la pubblicità è istigazione a delinquere – Paolo Pinzuti - Il Fatto Quotidiano

Condivido proprio oggi questo post di @ilpinz perchè stamane leggendo sul sito del corriere della sera la notizia della morte di Giorgia, una ragazzina di 13 anni uccisa mentre andava in bicicletta in provincia di Padova, mi appariva in sovraimpressione la pubblicità della Fiat.
Folle, perfida, cinica, inconsapevole (?) ironia.

(domani 13/07/2012 alle 21 tutti i cittadini che hanno a cuore la sicurezza di chi va in bici e non solo, sono invitati a ricordare Giorgia attraverso cortei/presidi/manifestazioni. Maggiori dettagli nella pagina facebook del gruppo #salvaiciclisti. Io metterò sulla mia bicicletta un nastro bianco)


mercoledì 4 luglio 2012

04/07/2012 - #Salvaiciclisti all'arrembaggio del trasporto pubblico

Stasera appuntamento in Piazza Mercanti a Milano alle 20:00 per un flash mob #salvaiciclisti a tema trasporto pubblico. All'arrembaggio!

giovedì 28 giugno 2012

La forma che prendo

A livello cerebrale sono sempre stata grassa:  quando ti conti le costole e non riesci comunque ad infilare il polpaccio in uno stivale al ginocchio, sei irrimediabilmente grassa. Sei grassa quando devi usare dei vestiti per coprire qualcosa di te;  quando stai sempre in piedi perché  seduta la coscia si dilata contro la sedia e sembra un prosciutto; quando non indossi la canottiera perché le tue braccia sono troppo larghe; quando per comprarti un anello, devi pescare nelle misure da uomo; quando porti solo gonnellone da hippy perché  le ginocchia hanno i buchi da cellulite (e io me lo ricordo quando queste gonne si trovavano solo ai mercatini dell’usato – il vintage non l’avevano ancora inventato).
A prescindere dal numero che mostra la bilancia, se ti vesti e ti atteggi come ho appena descritto è perché sei grassa e lo sei perché non trovi altre parole per descrivere la tua irregolarità corporale. I corpi sani sono grassi o magri, alti o bassi.
Queste riflessioni le sento particolarmente vive quando guardo le foto delle modelle over-size: è vero che sono evidentemente in sovrappeso (in qualche caso sono delle banalissime taglie 44,  in accordo con la follia in cui siamo precipitati nell’ultimo ventennio – nel 1993 avere una taglia 42 significava essere magre, oggi significa essere normali), però sono sempre ben proporzionate, in quel che indossano non c’è mai uno scarto di 2 taglie tra busto e gambe, non ci sono rotoli adiposi fuori posto. Curvy sì, ma con grazia e tanta armonia.
Per questo non mi piace la rivendicazione dell’orgoglio curvy: ho patito tanto tra sedani, carote, aceto a stomaco vuoto, tonnellate di poveri bovini  e zero carboidrati per arrivare a capire che io ho la mia individualità e che “voglio tutto”, perché ogni parte del mio corpo merita il meglio, sia esso cibo vero, vino meraviglioso o un ballo scatenato.
La bicicletta ha contribuito non poco a questa illuminazione: sono circa 12 mesi che ho abbandonato la macchina per spostarmi a pedali ed oggi sono ciclo-dipendente.  Tutti i ciclisti vi diranno che, pedalando,  l’umore migliora sensibilmente, è VERO, diamine! In ufficio arrivo contenta, gli occhi sono luminosi, la pelle è bella e liscia (e adesso che c’è il sole, ho anche un bel colore bronzeo e tante lentiggini), le gambe sono scattanti e io mi sento forte, felice, bella. 
Giorno dopo giorno, la bicicletta mi ha fatto sentire quanto il mio corpo sia sano ed è stata la scoperta più rivoluzionaria dei miei 38 anni di vita.
Io sono io e non sono una categorizzabile né in una “taglia forte” né “curvy” e quando vado in bicicletta sono bellissima.


Da oggi è in libreria  “10 ottimi motivi per non cominciare una dieta” di Martina Liverani, Laurana Editore. Il libro lo comprerò, essendo esperta in materia, nel frattempo ho aggiunto il blog dell’autrice ai miei preferiti.

giovedì 21 giugno 2012

A Milano ci resto

Sono nata e cresciuta a Roma, caratteristica intrinseca di questa provenienza geografica è il disdegno verso Milano e i suoi nativi e io non faccio eccezione.
Nel 2007 per motivi personali ho abbandonato la costa abruzzese e sono venuta a lavorare a Milano:  è stato un brutto momento perché proprio quella città e non Bologna, Torino, Bari o Ancona,  mi toccava in sorte. 
Il primo ricordo che ho è quello di una metropoli stranamente ovattata: nessuna conversazione gridata, nessun commento sagace buttato lì ad alta voce, neanche il “scende alla prossima?” in metropolitana e, soprattutto, nessuno scrosciare d’acqua.
Ancora oggi non mi viene in mente nessuna fontana meneghina però questo posto mi ha conquistato, in un modo schivo, dimesso, moderato… sobrio, ecco il termine giusto. Milano si è rivelata sobriamente tramite il suo modo di vivere e le persone che la popolano.
Molti vogliono scappare da qui, io invece voglio restare perchè:
1)      Non ho mai dovuto prendere la metro a spintonate
2)      Il sushi è quasi una specialità tipica
3)      Milano è in pianura
4)      Non ho bisogno di mezza giornata libera per attraversare Milano da parte a parte
5)      Al cinema Mexico di Milano proiettano il “Rocky Horror Picture Show” dal  1981
6)      A Milano ho scoperto la bicicletta
7)      A Milano la metropolitana è anche interurbana
8)      A Milano ci sono dei tram vecchissimi con le panche in legno e le lampade da inizio secolo che, quando sono accese, ti fanno sentire la barista di Un bar aux Folies Bergère di Manet
9)      A Milano ci sono le cascine dentro la città,  ne cito una per tutte: Cascina Cuccagna
10)  A Milano prendo i mezzi pubblici da sola fino a tardi e ci trovo persone di ogni tipo
11)  A Milano puoi abitare in provincia essendo attaccato alla città
12)  A Milano c’è il Parco Agricolo Sud e ci sono contadini e allevatori veri
13)  A Milano se abiti in provincia e sei nel territorio del Parco Agricolo come me, compri il latte crudo direttamente al distributore della cascina e puoi accarezzare le mucche
14)  A Milano ho scoperto la pizza al trancio che non è la pizza al taglio e la mangio buonissima da Spontini e da Pizza Haus
15)  A Milano c’è la Canestra di Frutta di Caravaggio
16)  A Milano posso andare all’English Reading Group della libreria internazionale Melting Pot
17)  A Milano ho tanti amici
18)  A Milano non vado più al supermercato ma partecipo ad un Gruppo di Acquisto Solidale
19)  A Milano ci sono i Navigli
20)  A Milano la mia bicicletta è un MEZZO DI TRASPORTO VERO!

Dopo aver steso questo elenco, mi sono resa conto che non ci
sono motivi estetici che mi trattengono qui. Lo confermo: non
riesco a trovare la bellezza nell'architettura di questa
città.
Cedo sia inevitabile se sei nata e cresciuta a Roma.

mercoledì 20 giugno 2012

Oggi divento una blogger

Ho finalmente deciso di mettere su un blog. Non lo avevo fatto fino adesso per pigrizia (avete letto il titolo?) ma soprattutto perchè incapace di scendere dalla ruota della produttività che imprigiona l'impiegato.
Adesso, grazie al mio status di lavoratrice "agli sgoccioli" e libera dalle solite pressioni di rendimento e competizione, posso dedicarmi ad una attività di puro narcisismo e contemporaneamente fregiarmi del titolo di "blogger".
Intuisco che la qualifica di "blogger" restituisce dignità a situazioni varie di insoddisfazione,  tutte per lo più legate alla sfera del lavoro: sei una storica dell'arte mancata e ti devi mantenere occupandoti di spedizioni di concimi? Scrivi della tua grande passione per il Seicento Romano nel tuo blog e ritroverai l'amore per te stessa nonché il rispetto del prossimo. Sei un lavoratore in mobilità e la Fornero nemmeno ti pensa? Pubblica le foto dei manicaretti che riesci a cucinare riciclando i torsoli di mela (lo sappiamo che nella tua condizione devi prestare attenzione ad ogni spesa) ed ecco che esci dal ghetto dei non produttivi e ti trasformi in eco-food blogger.
Bene, da oggi io sono una blogger.